Non sempre, per non cantare troppo “vittoria”, si riferiscono le prese di posizione a favore del gioco e dei migliori casino italiani, che i vari Tribunali Amministrativi Regionali della nostra Penisola assumono. Però, è indubbio, che questo ogni tanto “ci piace” menzionarlo, perché sembra una sorta di “rivalsa” che dopo tanto tempo gli operatori del gioco possono prendersi in contrapposizione allo strapotere delle Autorità comunali. Sembra, però, ancora che qualche retaggio “perbenista” si faccia strada tra il potere delle Amministrazioni e che si metta in atto una sorta di “crociata” contro il mondo del gioco (oltre tutto lecito) e contro tutto ciò che vi gravita attorno.
Ma i tempi probabilmente stanno cambiando e forse questo mondo, piano a piano, riesce a farsi conoscere anche per la sua parte positiva e, quindi, i Giudici sono probabilmente molto più attenti ed obbiettivi nei loro confronti e cercano di valutare così anche i “diritti” del gioco, visto che lo stesso agisce in nome e per conto dello stesso Stato che a volte li osteggia (a mezzo degli Enti Locali, ma non direttamente).
Ed ecco che ci si trova di fronte alla sentenza del Tar della Toscana che annulla l’ordinanza sui giochi messa in campo dal Comune di Firenze ritenendola un atto “unilaterale” che non tutela assolutamente gli interessi dei gestori del gioco. In pratica, si asserisce che l’ordinanza impugnata considera solo le esigenze di una prevenzione nei confronti della ludopatia e manca assolutamente di qualsiasi anche piccola considerazione degli interessi del gestore del gioco che appaiono alquanto importanti.
La riduzione degli orari di accensione, assai cospicua, e la conseguente esigua rimanenza delle ore di accensione, conducono a ritenere assolutamente concreto il pericolo che tutto questo porti danni notevoli all’attività ludica che continua ad essere permessa (e concessa) dallo Stato: in tutto questo esiste la giurisprudenza che ha considerato oltremodo lesive le discipline limitative degli orari di apertura degli esercizi commerciali di gioco, limitazioni orarie emesse dal Comune di Firenze in termini minori a quelle previste e riferentisi alle Vlt.
Con questo principio il Tar Toscana ha accolto il ricorso di una società di gioco ed un casino online italiano annullando, conseguentemente, l’ordinanza per il contrasto al gioco patologico varata dal Comune di Firenze nel settembre dello scorso anno. Il Tar ha oltre tutto “rincatato la dose” a sostegno della propria pronuncia, evidenziando come possa apparire irrilevante il riferimento sottoposto agli studi americani in materia di dipendenza dal gioco, studi che si riferiscono naturalmente ad altro contesto sociale e non possono evidenziare particolari problematiche sussistenti sul territorio fiorentino. Come appare insufficiente la rilevazione relativa all’aumento dei giocatori patologici con un sostanziale aumento dell’80%, tendente ad evidenziare una situazione di allarme o di incidenza notevole sul territorio del Comune di Firenze, essendo dati riferiti all’intero territorio e non espressamente al territorio fiorentino e, comunque, non riferita ad una stima percentuale in relazione ai dati epidemiolgici nazionali o regionali.
Sembrerebbe che tutte le argomentazioni messe sul piatto dal Tar Toscana siano indirizzate a “distruggere” la tesi dell’Amministrazione Comunale che non ha sottoposto alcunché di relazionabile alle vera situazione del territorio, ma si è mantenuta su dati statistici non specifici del territorio preso in esame. Un’altra piccola vittoria in un grande insieme di ordinanze restrittive che forse, finalmente, verranno fermate da questi Giudici “volonterosi” che finalmente hanno deciso di guardare con occhio obbiettivo anche dalla parte del mondo del gioco.